La Direttiva UE sugli articoli monouso in plastica (2019/904), che entrerà in vigore dal 2024, impone che la chiusura delle bottiglie in Pet di capacità fino a 3 litri, sia un tethered cap, ovvero un tappo attaccato al contenitore.
Sebbene manchi ancora qualche anno per l’obbligo, alcuni produttori hanno già attivato i reparti di Ricerca & Sviluppo per individuare per tempo la migliore soluzione possibile.
Una prima soluzione è stata presentata al K2019, che si è tenuto ad ottobre dello scorso anno, da Corvaglia, produttore svizzero di tappi in plastica. Si tratta di una chiusura brevettata, disponibile per il momento solo per le bottiglie per l’acqua, che consente di aprire e chiudere il tappo tenendolo legato al collo della bottiglia attraverso un anello.
Due produttori, la statunitense AptarGroup e la giapponese Nippon Closures, invece, hanno stretto un accordo finalizzato alla condivisione delle proprie soluzioni, con l’intento di scambiarsi le rispettive licenze. La statunitense AptarGroup ha ideato un sistema grazie al quale, nonostante le numerose sollecitazioni di apertura e chiusura, il tappo non si stacca dall’anello che lo mantiene ancorato alla bottiglia; la nipponica Nippon Closures, invece, ha messo a disposizione il suo sistema strapband, dedicato in particolare alle bottiglie.
Più di recente, la tedesca Berry Bramlage ha ideato una chiusura sia per tappi a vite che per tappi a pressione, adatta a tutte le tipologie di bottiglie, qualunque sia la natura del contenuto, poiché dotata di più modelli di anello di aggancio al collo del contenitore.
Possiamo dire che l’industria dedicata a questa parte delle bottiglie in plastica è già da ora pronta a rispondere alla Direttiva UE. Non lo è l’industria della plastica per ciò che concerne i contenitori, dove l’individuazione di un materiale sostitutivo ideale sembra ancora lontana.
Articolo tratto da: Vendingnews.it