Dal webinar organizzato da Food Service è emersa la necessità di guardare al mercato con mentalità e strumenti nuovi: digitalizzazione e recupero di efficienza alcune delle parole d’ordine.
Ingrosso e cash&carry chiudono un anno tormentato, con fatturati ridimensionati e neppure la consolazione dei ristori governativi. Gli operatori dell’anello intermedio della filiera del fuori casa si trovano di fronte a un’indifferibile necessità: rispondere alla crisi indotta dal coronavirus ripensando prodotti, servizi e strategie – a cominciare da una maggiore attenzione alla digitalizzazione – per rispondere alle mutate esigenze dei professionisti dell’ooh. Come? Se n’è parlato in occasione del webinar “La distribuzione horeca tra lockdown, ripartenze e nuove sfide”, moderato dal giornalista di Food Service Fabio Denti, che ha messo a confronto alcuni protagonisti del settore.
RECUPERARE EFFICIENZA
Secondo Febo Leondini, Consigliere nazionale di Assobirra e Consigliere di Beverage Network e MGM Restaurant, «occorre recuperare efficienza nella distribuzione attraverso la digitalizzazione, a cominciare dalla funzione vendite, ma anche rivisitare i processi logistici con l’adozione di piattaforme dedicate. Lo sviluppo delle politiche commerciali dev’essere data driven e non più push. Lato ricavi, è fondamentale la raccolta sistematica e analitica dei dati di consumo (da non confondere con i dati di sellout) e l’attenzione alle nuove forme di offerta come i locker e i ristoranti a servizio semplificato. Sul modello di business gli stimoli sono molti».
Per Cancelloni Food Service, la digitalizzazione della distribuzione è un processo avviato dallo scorso anno e accelerato sulla scia degli eventi del 2020. «L’applicazione che abbiamo implementato – spiega il Direttore Acquisti Leonardo Boldrini – ci permette di avere un contatto diretto con il cliente, lasciando al nostro venditore lo spazio per rendere ancora più accurato il servizio di consulenza e assistenza in chiave di fidelizzazione. Il lockdown ci ha permesso di colmare le lacune di alcuni segmenti dell’assortimento (vedi il bakery) e sviluppare l’offerta di prodotti a valore aggiunto, come il “km zero” o il 100% italiano».
IMPARARE A FARE SISTEMA
Anche Dolcitalia sta investendo molto sulla raccolta dati, anche se «non si tratta di parlare di un semplice data warehouse. In un mondo che sta cambiando – avverte il Direttore Stefano Raffaglio – il problema non è lo strumento, ma cosa ne fai. Dolcitalia dovrà avere sempre più il ruolo di aggregatore: non ha senso che la maggior parte delle aziende abbia un approccio singolo al mercato. Dobbiamo imparare a fare sistema e, come tutti i momenti disruptive, la pandemia può spingere a questo cambiamento».
Davide Antonini, Ceo di Scelgo Fullservice, ha illustrato la trasformazione di Multicash in una realtà omnichannel: «Siamo partiti da un consumatore finale che è sempre più evoluto e ha ‘spinto’ a una crescente frammentazione dei format, dei livelli di servizio e di assortimento. Noi ci poniamo come abilitatori di una filiera più efficiente, con un approccio consulenziale, che integri fisico e digitale: vogliamo facilitare l’attività del cliente horeca e del fornitore».
Articolo tratto da: Foodserviceweb.it